Colletta “Un posto a tavola”

Colletta “Un posto a tavola”

La colletta ci accompagna e ci accomuna, perché non sarà una iniziativa di qualcuno o di una singola comunità che decide di aiutare particolari situazioni di emergenza, sarà invece una iniziativa di tutta la Chiesa diocesana.

Anche questo gesto “solidale” esprime dunque nostro “camminare insieme” e al tempo stesso ci apre al cammino condiviso con altre chiese, nel comune intento di sostenere chi è inviato ad annunciare il Vangelo e chiamato pure a mettersi in ascolto del Vangelo annunciato a noi da altri fratelli e sorelle. Le collette missionarie infatti sono destinate al sostegno dell’evangelizzazione e della promozione umana nello scambio tra chiese sorelle.

“Un posto a tavola” è dunque un gesto di solidarietà condiviso con altri, e che dovremo riscoprire proprio dentro il tempo dell’Avvento-Natale anche come gesto capace di esprimere il nostro essere discepoli di Gesù.

È Lui, Gesù, “la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia… Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini” (Ef 2,14-17). Sedersi a tavola insieme, fare “posto a tavola”, vuole essere allora il segno visibile di quanto il Signore compie anche oggi tra noi: come allora giudei e gentili in Gesù hanno vinto i muri di separazione, così noi in Gesù ci riscopriamo oggi tutti “fratelli e sorelle”, chiamati ad intessere relazioni di fraternità, di riconciliazione, di pace, di reciproca cura e amicizia.

La locandina, presentandoci il volto di Gesù ritratto nel portatovagliolo della mensa, ci ricorda quindi questo appello alla fraternità, che nasce dalla consapevolezza che “chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 10,40).