Un tempo da vivere con cura e speranza: indicazioni per le celebrazioni e per le visite ai malati

Un tempo da vivere con cura e speranza: indicazioni per le celebrazioni e per le visite ai malati

“Come ci esorta il nostro Vescovo nella Lettera pastorale Saldi nella speranza, cerchiamo di vivere intensamente anche questo tempo, accompagnando le nostre comunità ad accogliere il mistero del Natale nella situazione che stiamo vivendo”: è l’augurio finale della lettera che il vicario per la Pastorale, mons. Mario Salviato, ha inviato nei giorni scorsi a tutti i sacerdoti diocesani per condividere con loro, in particolare con i parroci, le indicazioni per vivere alcuni momenti e alcune celebrazioni di questo tempo.

Messa di Natale
Indicazioni che derivano in modo particolare dal Comunicato finale del Consiglio permanente della Cei di inizio mese, che per la Messa della Notte di Natale ha dichiarato «necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto “coprifuoco”». I parroci, infatti, in queste settimane, hanno fissato l’orario della celebrazione della messa in modo da permettere ai fedeli di rientrare a casa entro le 22.
Per il giorno di Natale lo stesso Consiglio permanente invitava a «orientare i fedeli a una presenza distribuita» tra le varie celebrazioni liturgiche natalizie. Prevedendo una maggior presenza di fedeli alle Messe e dovendo nel contempo mantenere fermo il numero di posti disponibili in chiesa, il Vescovo ha previsto la possibilità di aumentare il numero delle messe il giorno di Natale, compatibilmente con la necessaria igienizzazione e arezione della chiesa tra una messa e l’altra. Nel caso non ci fosse la disponibilità di un sacerdote per celebrare la messa “aggiunta”, è data facoltà al celebrante di presiedere nel giorno di Natale una quarta messa.

Sacramento della riconciliazione
Per quanto riguarda la celebrazione del sacramento della riconciliazione, a tutt’oggi permane quanto già indicato in precedenza, ossia che il sacramento non si celebri nel confessionale, ma in un luogo ampio (per mantenere la distanza prevista tra ministro e penitente), possibilmente arieggiabile e che assicuri “attenzione alla salvaguardia del sigillo sacramentale e la necessaria discrezione. Durante la confessione sacerdote e penitente indossino la mascherina; e non siano messi a disposizione sussidi cartacei di preparazione al sacramento per evitare forme di contatto” (Decreto 16 ottobre 2020, Prot. 1534/20/PG). Si può confessare in una stanza dell’oratorio oppure nella chiesa stessa, cercando di riservare uno spazio che rispetti la riservatezza.
Nel recente incontro della Conferenza episcopale del Triveneto i vescovi hanno espresso la loro preoccupazione circa l’effettiva possibilità per molti fedeli – causa il protrarsi della pandemia – di accedere al sacramento della confessione nella tradizionale forma “individuale”, per una serie di oggettive difficoltà e anche per evitare altri contagi e mettere a ulteriore rischio la salute dei fedeli e dei ministri del sacramento. Consultata la Penitenzieria Apostolica, hanno quindi convenuto che tale situazione di pandemia possa configurare quei casi di grave necessità previsti dal Diritto Canonico e tali da portare, a esclusivo giudizio del Vescovo diocesano e secondo modalità da lui stabilite, a valorizzare e rendere praticabile la cosiddetta “terza forma” del Rito della confessione con assoluzione comunitaria e generale, sia per gli adulti che per i bambini e i ragazzi.
“La confessione individuale rimane quella ordinaria, e ovunque ci si prodighi per continuare ad offrirne la possibilità di celebrazione – è il suggerimento -. Se in una parrocchia il parroco dovesse giungere alla motivata convinzione che, nelle condizioni date, numerose persone desiderose di accedere al sacramento della riconciliazione ne sarebbero di fatto impedite a causa di un numero insufficiente di ministri o dalla difficoltà di garantire le condizioni per un corretto svolgimento della celebrazione, il parroco potrà fare richiesta al Vescovo di svolgere una celebrazione penitenziale con assoluzione generale.
Tale possibilità è limitata al periodo che va dal 16 dicembre 2020 (inizio della Novena di Natale) al 6 gennaio 2021 (Solennità dell’Epifania); andrà premessa una catechesi sulla straordinarietà della forma, e inoltre andrà ricordato l’obbligo di accostarsi alla confessione individuale prima di un’altra eventuale assoluzione generale e comunque quanto prima, cioè non appena terminate le circostanze eccezionali che hanno provocato il ricorso all’assoluzione collettiva. La celebrazione deve essere separata dalla celebrazione eucaristica.

Visita e comunione agli ammalati
Permane ancora la forte raccomandazione di non ricevere nelle abitazioni private persone diverse dai conviventi, salvo situazioni di necessità o di urgenza. Ciò significa che la visita agli ammalati da parte dei sacerdoti e dei ministri straordinari dell’Eucaristia (dei quali va considerata anche l’età), va fatta con le dovute cautele e attenzioni e in accordo con i familiari. In via eccezionale, il parroco può valutare l’opportunità di affidare il compito di portare la Comunione ai malati che per lungo tempo non possono venire in chiesa a un parente, convivente con il malato, che sia fidato e conosciuto.
Nei giorni scorsi sono stati recapitati in parrocchia dei biglietti augurali del vescovo Michele per gli anziani e gli ammalati delle parrocchie e gli ospiti delle case di riposo, con una preghiera a Gesù Bambino e uno spazio per dar modo ai sacerdoti di poter aggiungere i loro auguri.